Presentato alla Conferenza Internazionale "90 anni del Problema di Tunguska", Krasnoyarsk, 30 giugno-2 luglio 1998

LA SPEDIZIONE "TUNGUSKA99"

M. Di Martino, Osservatorio Astronomico di Torino,
I-10025 Pino Torinese (TO), Italy.

G. Longo, INFN e Dipartimento di Fisica dell'Università,
via Irnerio 46, I-40126 Bologna, Italy.


    Il Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna, assieme a ricercatori dell'Istituto di Geologia Marina del CNR (Bologna) e dell'Osservatorio Astronomico di Torino stanno organizzando una spedizione scientifica della durata approssimativa di due settimane in Tunguska (Siberia Centrale). Il supporto locale sarà fornito da personale e ricercatori dell'Università di Tomsk (Russia), guidati dall'Accademico N.V. Vasilyev e dal Prof. G.V. Andreev. Circa 25 persone parteciperanno alla spedizione programmata per la seconda metà di luglio 1999. Gli eventi più rappresentativi della missione saranno ripresi, al fine di realizzare un film da distribuire alle maggiori reti televisive del mondo. Sarà così possibile ottenere da ditte private quasi tutte le apparecchiature necessarie alla spedizione.

    Scopo della spedizione è quello di effettuare un'esplorazione sistematica nei dintorni del sito (101° 53' 40" Est; 60° 53' 09" Nord) del cosiddetto evento di Tunguska, al fine di cercare di stabilire la natura del corpo la cui esplosione (30 giugno 1908) devastò circa 2.000 km² di taigà siberiana abbattendo più di 60 milioni di alberi. In base alle testimonianze oculari, un corpo cosmico sorvolò circa 1000 km di territorio siberiano, dopo aver lasciato una scia di luce lunga circa 800 km. Studi successivi dimostrarono che il bolide di Tunguska esplose ad una quota di circa 8 km emettendo un'energia valutata in 10-50 Megatons di TNT. Nel corso delle precedenti spedizioni non sono stati trovati resti macroscopici del corpo nè i tipici segni lasciati da un impatto, come un cratere. Ciononostante si è trattato del corpo cosmico che, in epoca storica, ha impattato contro la Terra provocando le maggiori devastazioni.

    Nel luglio 1996, si tenne a Bologna una conferenza internazionale, a cui parteciparono circa 100 scienziati (fisici, astronomi, chimici, biologi, geologi, ecc.), che discusse i vari aspetti dell'evento (vedi i sommari). Molti problemi sono ancora aperti ed una spedizione ben organizzata con obiettivi precisi aiuterà a dare una risposta sulla natura e composizione del Corpo Cosmico di Tunguska e potrà fornire un contributo al programma internazionale di rivelazione di asteroidi e comete potenzialmente pericolosi per il genere umano.

    Gli obiettivi della spedizione sono:

1. studio dei sedimenti del lago Ceko,
2. ricerche magnetometriche, radar e fotografiche,
3. ricerca di frammenti del corpo cosmico, che potrebbero essere precipitati prima dell'esplosione, e prelievi di campioni di alberi,
4. monitoraggio della radiazione ambientale durante il volo Bologna-Tunguska-Bologna e durante la permanenza nella Riserva Naturale di Tunguska.

    1. Le microparticelle, provenienti dalla disintegrazione del corpo cosmico, possono essere state conservate in diversi ambienti naturali, come paludi, resina degli alberi e sedimenti lacustri. Sin dagli anni sessanta, diverse spedizioni russe studiarono le particelle prelevate nelle paludi. La ricerca di microparticelle nella resina degli alberi (come fatto dalla prima spedizione italiana organizzata dall'Università di Bologna nel 1991) rese possibile una sicura datazione delle particelle sulla base delle cerchie legnose. Lo studio dei sedimenti lacustri, che sarà effettuato dalla spedizione "Tunguska99", presenta probabilmente lo stesso vantaggio. Il lago Ceko, distante 8 km dall'``epicentro'' dell'esplosione del 1908, largo circa 500 m e con profondità massima di 47 m, è stato individuato quale bacino ideale di raccolta e conservazione di queste microparticelle. La topografia del lago sarà ottenuta con un sistema satellitare (GPS) e sarà eseguita una rete di profili batimetrici con un ecografo digitale. Con un "sub bottom penetration system" si otterranno stratigrafie del fondo per decidere i siti delle campionature e le attrezzature da utilizzare. Contemporaneamente, con un "side scan sonar", verranno riprese fotografie a ultrasuoni del fondo del lago. Si procederà quindi ad una dettagliata ispezione visiva del fondo con una telecamera subacquea a controllo remoto. Si preleveranno campioni indisturbati del top con un "box corer" e si procederà ad una campionatura con carotaggi a gravità. L'ispezione del fondo lacustre sarà eseguita con apparecchiature fornite dalla "Geological Assistance & Services" e dalla "Communication Technology". La ricerca delle microparticelle depositate nei campioni prelevati, la loro analisi morfologica, chimica e isotopica sarà eseguita nei laboratori di Bologna e di Torino.

    2. Si provvederà ad effettuare un rilevamento topogragrafico dell'area di interesse con l'ausilio di un sistema GPS e  sarà riesaminato il materiale aerofotografico, ripreso nel 1938 sotto la direzione di L.A. Kulik. Il confronto tra le foto del 1938 e i nuovi rilievi dovrebbe permettere di ottenere ulteriori informazioni sulla direzione degli alberi abbattuti dall'esplosione. Questo confronto permetterà inoltre di valutare i cambiamenti delle condizioni ambientali e fornirà un contributo al programma di ricerca della "Riserva Naturale di Tunguska".  Verrà anche verificata la presenza di anomalie magnetiche,  che precedenti investigazioni a terra avevano attribuito all'evento collisionale.

    3. Secondo alcune teorie, esposte alla Conferenza di Bologna del 1996, si può presumere che nell'area a sud-est dell'epicentro siano caduti dei frammenti, di dimensioni non microscopiche, che, precipitando poco prima dell'esplosione, non si sono vaporizzati assieme al corpo cosmico. Supponendo che il corpo cosmico fosse di tipo condritico, e quindi con una elevata percentuale di ferro-nichel, la separazione dei frammenti dalle rocce terrestri potrà essere effettuata con magneti di neodimio montati su di un apposito carrello, assieme a un sensore cercametalli (sonda ad effetto Hall). Questo sistema, perfettamente funzionante e già provato con buoni risultati in due spedizioni nel deserto egiziano occidentale, è disponibile presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna. Saranno, inoltre, prelevati ulteriori campioni da alberi sopravvissuti all'esplosione per approfondire l'indagine effettuata nel 1991 dalla prima spedizione italiana.

    4. La realizzazione della spedizione permetterà di ottenere anche una ricaduta scientifica di carattere ambientale. Si utilizzeranno, infatti, i rivelatori di radiazione ambientale, ad altissima efficienza, già adoperati dal gruppo di Bologna in Italia, nell'Antartico, nell'Artico, nella valle dell'Everest (5000 m) e lungo tutto il percorso via mare Ravenna-Antartico-Ravenna. Con questi si effettuerà il monitoraggio della radiazione ambientale, sia in volo, durante tutto il percorso Bologna-Tunguska-Bologna, sia al suolo durante le due settimane di permanenza della spedizione nella Riserva Naturale di Tunguska. Verranno registrati, minuto per minuto, i raggi gamma da raggi cosmici e da radioattività aerotrasportata nelle bande energetiche 0,05-3 MeV, 3-5 MeV e 5-20 MeV. Il confronto tra le misure precedenti e quelle in volo e in loco permetterà di studiare le variazioni della radiazione ambientale con l'altitudine, la longitudine, la pressione, latemperatura, l'umidità, l'attività solare.

                        Informazioni successive sulla spedizione saranno date in questo sito.

                                                  Contatto: tunguska@bo.infn.it


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